Architettura Organica delle Alpi
di Carlo Sarno
Casa Beretta, Val d'Aosta, di Mario Galvagni
L'architettura organica nelle Alpi è un approccio progettuale che cerca l'armonia tra le strutture edilizie e il paesaggio alpino naturale, integrando l'edificio nell'ambiente circostante anziché imporlo su di esso. Questa filosofia progettuale si manifesta attraverso diverse caratteristiche chiave:
- Integrazione con il paesaggio: Gli edifici sono spesso progettati per seguire i contorni del terreno o per essere parzialmente interrati, minimizzando il loro impatto visivo. Si prediligono forme che si fondono dolcemente con le montagne, le foreste e le valli.
- Uso di materiali naturali e locali: Vengono impiegati prevalentemente materiali reperiti in loco, come legno, pietra naturale e ardesia, che non solo riducono l'impatto ambientale legato al trasporto, ma garantiscono anche che la struttura invecchi con grazia e si inserisca cromaticamente nel paesaggio alpino.
- Efficienza energetica e sostenibilità: L'orientamento dell'edificio, l'uso di isolamenti naturali e la massimizzazione della luce solare sono elementi fondamentali per creare strutture che richiedono un basso consumo energetico, sfruttando le risorse naturali disponibili.
- Riferimenti alla tradizione locale: Sebbene innovativa, l'architettura organica alpina spesso reinterpreta e si ispira a tecniche costruttive tradizionali locali, come lo stile degli chalet o delle baite, ma con un'estetica moderna e funzionale.
- Connessione tra interno ed esterno: Ampie vetrate, terrazze e l'uso di tetti verdi (spesso ricoperti di vegetazione locale) sono pensati per sfumare i confini tra lo spazio abitativo interno e la natura circostante, permettendo agli occupanti di vivere in simbiosi con l'ambiente alpino.
L'architettura organica nelle Alpi rappresenta un'evoluzione della bioarchitettura e della progettazione sostenibile, dove la funzionalità, l'estetica e il rispetto per il delicato ecosistema montano si fondono in un unico concetto abitativo.
L'architettura organica nelle Alpi rivela una filosofia progettuale complessa che si basa su principi olistici, dove l'edificio diventa un'estensione del paesaggio stesso, un "prodotto della sua terra".
Principi Fondamentali Approfonditi
Oltre all'integrazione e all'uso di materiali naturali, l'architettura organica alpina si basa su concetti più profondi:
- Olismo e Benessere Abitativo: La progettazione non considera solo l'edificio come un oggetto isolato, ma come parte di un ecosistema più ampio. L'obiettivo è massimizzare il benessere degli occupanti attraverso il comfort climatico e sensoriale, che deriva dalla qualità dell'aria, dalla luce naturale e dall'uso di materiali non tossici.
- Architettura Bioclimatica: Si sfruttano in modo intelligente le condizioni climatiche locali. L'orientamento delle finestre a sud per catturare calore solare passivo, l'uso di vetrate bioclimatiche e la ventilazione naturale sono strategie chiave per ridurre la dipendenza da sistemi di riscaldamento o raffreddamento artificiali.
- Ciclo di Vita dei Materiali: La scelta dei materiali è guidata dalla loro sostenibilità a lungo termine. Il legno di provenienza locale, come il larice, è preferito non solo per la sua estetica e disponibilità, ma anche per la sua riciclabilità e il basso impatto ambientale a fine vita. La pietra locale è un altro elemento cardine, spesso utilizzata per le fondamenta o i rivestimenti, integrando la struttura nel contesto geologico.
- Rispetto della Memoria Storica: L'architettura organica alpina non si limita a imitare lo stile degli chalet tradizionali, ma ne reinterpreta i metodi costruttivi e i valori culturali. Si recuperano tecniche antiche, come l'uso di tetti a puntoni o a travi orizzontali, combinandole con tecnologie moderne per garantire efficienza e durata.
- Biodiversità e Sviluppo Sostenibile: I progetti spesso includono tetti e pareti verdi per favorire la biodiversità e migliorare l'isolamento termico. L'approccio mira a uno sviluppo che non impoverisca le risorse naturali, ma che interagisca attivamente con l'ambiente.
Questa filosofia, sebbene ispirata dai maestri dell'architettura organica come Frank Lloyd Wright, trova espressione locale in opere di architetti che hanno saputo dialogare con il paesaggio montano. Esempi includono non solo abitazioni private, ma anche rifugi alpini e strutture ricettive che incarnano questi principi, dove la forma curva e l'uso di materiali naturali creano un'armonia strutturale e visiva.
L'architettura organica nelle Alpi è quindi un approccio dinamico e culturalmente radicato, che risponde alle sfide contemporanee della sostenibilità e dell'efficienza energetica, garantendo un futuro in equilibrio tra sviluppo umano e conservazione del delicato ecosistema alpino.
I principi di Frank Lloyd Wright sull'architettura organica hanno avuto un'influenza significativa sull'architettura alpina, non tanto attraverso l'imitazione dello stile, quanto come fonte di ispirazione per un approccio filosofico e metodologico. L'interazione avviene principalmente su diversi livelli concettuali:
1. L'Edificio come Prodotto del Luogo
Il principio cardine di Wright era che un edificio dovesse "crescere" naturalmente dal suo sito, come un organismo. Questa idea si sposa perfettamente con l'etica dell'architettura alpina:
- Integrazione Topografica: Nelle Alpi, gli architetti applicano questo concetto progettando strutture che si adattano ai pendii ripidi, spesso seminterrate o con fondazioni in pietra che ancorano visivamente l'edificio alla montagna, proprio come Wright faceva con le sue Prairie Houses che si estendevano orizzontalmente nel paesaggio americano.
- Materiali Locali: L'uso enfatico che Wright faceva di materiali naturali non trattati (legno, pietra, mattoni) come elementi espressivi è stato recepito nell'architettura alpina. Gli architetti alpini usano legno di larice o abete locale e pietra naturale per garantire che la struttura sia in armonia non solo visivamente, ma anche materialmente, con l'ambiente circostante.
2. Continuità Spaziale (Interno/Esterno)
Wright rivoluzionò la pianta libera creando una fluidità tra spazi interni ed esterni. Questo principio è cruciale nell'architettura alpina contemporanea:
- Aperture Panoramiche: Nelle Alpi, questa continuità si traduce in ampie vetrate, terrazze a sbalzo e balconi generosi che incorniciano il paesaggio montano, sfumando il confine tra il rifugio accogliente e la natura selvaggia, un'eco diretta del desiderio di Wright di connettere l'uomo con la natura.
- Tetti e Natura: Sebbene i tetti piani di Wright siano diversi dai tetti spioventi alpini (necessari per la neve), il concetto di "tetto verde" o l'uso di vegetazione locale sul tetto per integrare l'edificio nel paesaggio è una diretta applicazione del pensiero wrightiano.
3. Semplicità e Umanità nel Design
Wright sosteneva la creazione di spazi a misura d'uomo, che rispondessero ai bisogni funzionali e psicologici degli abitanti, evitando l'ostentazione in favore della semplicità.
- Comfort e Funzionalità: L'architettura alpina, pur mantenendo un'estetica moderna o tradizionale rivisitata, è intrinsecamente funzionale: deve resistere a climi rigidi, gestire carichi di neve e fornire isolamento termico. La filosofia di Wright della "forma e funzione sono una cosa sola" (form and function are one) guida queste scelte.
- Architettura come Rifugio: Entrambi gli approcci considerano la casa un rifugio. Per Wright, era un rifugio dall'urbanizzazione caotica; per l'architettura alpina, è un rifugio dalle intemperie montane, ma che allo stesso tempo celebra la bellezza dell'ambiente esterno.
L'influenza di Wright nell'architettura organica delle Alpi non è stilistica, ma concettuale. Ha fornito gli strumenti filosofici per sviluppare un regionalismo critico e un'architettura bioclimatica che rispetta il contesto, i materiali e la storia locale, risultando in edifici che sono profondamente moderni pur rimanendo autenticamente alpini.
L'interazione concettuale tra il Regionalismo Critico e l'Architettura Organica è profonda e sinergica. Entrambi gli approcci sono reazioni contro il Modernismo internazionale indifferenziato e omologante, ma lo fanno con sfumature e priorità leggermente diverse, che finiscono per rafforzarsi a vicenda, specialmente nel contesto alpino.
Ecco come interagiscono concettualmente:
1. Radicamento nel Luogo vs. Crescita dal Luogo
- Architettura Organica (Wright, Galvagni): Sottolinea che l'edificio deve "crescere" naturalmente dal sito, come un organismo vivente. La forma architettonica emerge in risposta diretta alla topografia, al clima e ai materiali disponibili, con una forte enfasi sull'armonia naturale e sulla continuità interno-esterno. È un approccio più "biologico" e intuitivo.
- Regionalismo Critico (Frampton, Tzonis, Lefaivre): Sostiene che l'architettura debba essere radicata nel contesto geografico e culturale (tradizioni, storia, clima, luce), ma con un approccio critico. Non si tratta di copiare acriticamente gli stili tradizionali (il "regionalismo acritico"), ma di reinterpretarli, selezionando elementi significativi e filtrandoli attraverso la lente della tecnologia e dell'estetica moderna. È un approccio più "culturale" e intellettuale.
Interazione: L'organico fornisce la filosofia dell'integrazione fisica e naturale, mentre il critico fornisce la metodologia intellettuale per evitare il puro mimetismo o il kitsch. L'architetto organico nelle Alpi, come Gellner, utilizza il regionalismo critico per elevare la baita tradizionale da semplice copia a espressione architettonica moderna e consapevole.
2. Materiali e Tatto (Haptic vs. Optic)
- Architettura Organica: Valorizza i materiali naturali per le loro qualità intrinseche, tattili e sensoriali, promuovendo un'esperienza fisica e diretta dello spazio.
- Regionalismo Critico: Promuove una resistenza all'omologazione visiva (ottica) del modernismo, favorendo l'esperienza tattile (haptic), che è legata alla specificità del luogo, ai materiali locali e alla luce peculiare di una regione.
Interazione: Entrambi rifiutano la superficie liscia e astratta del Modernismo internazionale. Si uniscono nell'uso di pietra locale, legno non trattato e intonaci che invecchiano con dignità, creando un'architettura che si può "sentire" oltre che solo guardare. Le Terme di Vals di Peter Zumthor sono un esempio eccellente di questa sinergia tattile e sensoriale.
3. Sostenibilità e Risposta Climatica
- Architettura Organica: La sostenibilità è implicita nell'adattamento al sito e nell'uso di risorse rinnovabili (legno locale, orientamento solare passivo).
- Regionalismo Critico: Utilizza la risposta climatica come uno strumento fondamentale di mediazione tra la tecnologia moderna e il contesto. Ad esempio, l'uso di tetti spioventi nelle Alpi non è solo una tradizione, ma una risposta tecnica critica al carico nevoso.
Interazione: Il regionalismo critico fornisce la giustificazione funzionale e climatica per le scelte formali che l'architettura organica adotterebbe per ragioni estetiche o filosofiche.
L'architettura organica e il regionalismo critico non sono in conflitto, ma sono complementari.
L'Architettura Organica offre la visione olistica di un edificio vivo e integrato nella natura. Il Regionalismo Critico fornisce gli strumenti culturali e metodologici per garantire che questa integrazione sia profonda, autentica, e non una semplice imitazione romantica del passato, risultando in un'architettura alpina che è allo stesso tempo moderna, sostenibile e profondamente radicata nella sua identità locale.
Diversi architetti contemporanei e storici hanno applicato i principi dell'architettura organica al contesto alpino, spesso reinterpretando il regionalismo critico per creare opere che dialogano con l'ambiente.
Questi architetti, pur con stili e approcci diversi, condividono la filosofia di un'architettura che non domina, ma coesiste e si arricchisce del contesto alpino.
Ecco alcuni esempi concreti e significativi di architettura che incarnano i principi dell'architettura organica nel paesaggio alpino, spaziando da opere storiche a progetti contemporanei:
- Villaggio ENI a Borca di Cadore (Italia) di Edoardo Gellner: Un esempio pionieristico di pianificazione residenziale che rispetta il contesto. Gellner ha estratto l'essenza delle regole costruttive locali per creare un'architettura moderna e funzionale, integrata nel bosco e nel paesaggio, utilizzando ampiamente legno e pietra.
- Recupero dell'architettura rurale a Ostana (Italia): Ostana è un esempio di un intero villaggio che è diventato un laboratorio di architettura alpina, dove il riutilizzo del patrimonio architettonico storico segue temi compositivi e soluzioni tecnologiche moderne, mantenendo l'autenticità degli edifici e valorizzando i materiali a chilometro zero.
- Rifugi di montagna contemporanei: Diversi rifugi alpini moderni, come quelli gestiti dal CAI o da associazioni svizzere e austriache, sono esempi di architettura ad alta quota sostenibile, che utilizzano tecniche costruttive in legno, isolamenti naturali e sfruttano l'orientamento solare per l'efficienza energetica.
Questi esempi dimostrano come l'architettura organica alpina si manifesti in una varietà di forme, dal recupero filologico all'innovazione radicale, sempre con un occhio di riguardo al delicato equilibrio tra l'intervento umano e la natura incontaminata delle Alpi.
Esaminiamo ora due importanti architetti organici che hanno realizzato loro opere nella regione alpina.
Mario Galvagni (1928-2020), un architetto e ricercatore italiano noto per essere stato un pioniere dell'architettura organica in Italia e per aver sviluppato una sua personale teoria, l'Ecologia della Forma (o GestaltEcologia).
La sua architettura non si limitava a imitare lo stile di Frank Lloyd Wright, ma procedeva per integrazione delle scienze e delle arti, seguendo la morfologia del terreno.
Opere Principali nelle Alpi e Altrove
Sebbene Galvagni sia noto per diverse opere in varie località, inclusa la Riviera Ligure (dove ha lavorato al Parco Architettonico di Torre del Mare), il suo approccio si è esteso anche ad alcuni progetti in aree montane o con un forte legame paesaggistico:
- Progetti in Val d'Aosta: All'inizio degli anni sessanta, l'architettura di Galvagni in Val d'Aosta colpì l'attenzione della critica per la sua innovazione, distinguendosi dal razionalismo e dallo storicismo dell'epoca.
- Complesso residenziale Giomein, di Mario Galvagni
- Architettura in Valsesia: La sua ricerca si è concentrata anche in queste aree, dove le sue costruzioni seguono la morfologia della terra, integrandosi con il paesaggio circostante.
- Ville "organiche": Le sue architetture sono state spesso descritte come "ville organiche" per le loro forme uniche e la capacità di dare forma al paesaggio, in particolare in Lombardia, vicino a Milano, ma i suoi principi si applicavano a ogni contesto naturale.
- Integrazione tra Scienze e Arti: Aggiungeva alla visione di Wright un approccio rinascimentale italiano, ispirato a Leonardo da Vinci, che integrava discipline diverse per concepire l'architettura.
- Rispetto del Sito: Le sue costruzioni non violavano il terreno, ma lo seguivano, utilizzando materiali e forme che rispecchiavano l'ambiente naturale, coerentemente con il principio wrightiano di essere "un prodotto della sua terra, non una violazione di essa".
- Cultura Morfologica: Galvagni sottolineava l'importanza della ricerca pittorica e plastica per acquisire una "cultura morfologica" necessaria alla progettazione, permettendo di creare forme originali e non copiate.
Il lavoro di Mario Galvagni è documentato anche dall'Archivio Mario Galvagni, che promuove la ricerca e la divulgazione delle sue opere e della sua filosofia.
Edoardo Gellner (1909-2004): Considerato un pioniere dell'architettura organica alpina moderna, Gellner ha operato principalmente nelle Alpi centro-orientali. Ha sviluppato un linguaggio che estraeva l'essenza delle regole costruttive locali, come l'uso del legno e della pietra, per applicarle a progetti moderni e funzionali, come il Villaggio ENI a Borca di Cadore. La sua architettura è un esempio di come le logiche climatiche e l'uso dei materiali possano guidare il design.
Principi Architettonici
L'approccio di Gellner si basava sull'idea che l'architettura dovesse essere in simbiosi con l'ambiente circostante, con una meticolosa attenzione per i dettagli e i materiali.
- Regionalismo Critico: Gellner non si limitava a copiare l'architettura anonima ampezzana (sull'argomento scrisse anche un libro), ma ne estrapolava le regole costruttive e i materiali tradizionali (legno, pietra) per reinterpretarli in chiave moderna e funzionale.
- Armonia con il Paesaggio: I suoi progetti mostrano un'integrazione quasi mimetica con la natura. Le case non erano "posate" sul terreno, ma ne seguivano la topografia, con ampie vetrate che incorniciavano il paesaggio e sfumavano il confine tra interno ed esterno.
- Approccio Olistico e Urbanistica: La sua visione era a lungo termine, occupandosi non solo dell'edificio singolo, ma anche della pianificazione urbanistica e del territorio, come dimostra il progetto del Villaggio ENI.
Opere Principali
Il Villaggio ENI di Borca di Cadore
Realizzato tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 per volere di Enrico Mattei, presidente dell'ENI, il villaggio è l'opera più rappresentativa di Gellner e un esempio notevole di architettura organica in Italia.
- Concept Sociale e Architettonico: Il progetto prevedeva un'intera città aziendale per i dipendenti, offrendo servizi e alloggi che promuovevano un senso di comunità e benessere. La disposizione delle case segue la pendenza del terreno boscoso, minimizzando l'impatto visivo e preservando la vegetazione.
- Le Residenze: Le abitazioni sono caratterizzate da un uso predominante del legno, con tetti spioventi e logge, che richiamano la baita tradizionale ma con un design moderno e funzionale.
- La Chiesa di Nostra Signora del Cadore: Parte integrante del complesso, la chiesa fu progettata in collaborazione con l'architetto Carlo Scarpa. È un capolavoro che combina il cemento armato con dettagli in legno e pietra, mostrando un dialogo tra la modernità strutturale e la maestria artigianale.
Altre Opere
- Casa Menardi a Cortina d'Ampezzo (1947): Un esempio precoce del suo stile, elogiato da Bruno Zevi, che mostrava già la sua capacità di resistere alle "lusinghe" di stili esotici a favore di un approccio colto e locale.
- Palazzo delle Poste a Cortina d'Ampezzo: Un'altra opera che, sebbene a volte controversa per l'uso del cemento, mostra la sua impronta nell'urbanistica locale.
- Progetto della città aziendale ANIC a Gela: Su incarico di Mattei, Gellner lavorò anche alla pianificazione di una città in Sicilia, dimostrando la versatilità del suo metodo in contesti diversi da quello alpino.
L'eredità di Gellner vive nel suo archivio, conservato presso l'Università IUAV di Venezia, che testimonia la meticolosità e l'integrità del suo approccio professionale. Il Villaggio ENI è oggi oggetto di un progetto di rigenerazione, il "Progetto Borca", che ne riscopre e valorizza l'eredità.
Nessun commento:
Posta un commento