giovedì 8 maggio 2025

Architettura Organica e Intelligenza Artificiale urbana, di Hubert Béroche

 

Intelligenza Artificiale al servizio dell'Architettura Organica

di Hubert Béroche



L'architettura organica mira a creare edifici e strutture che, attraverso i loro materiali o il loro funzionamento, interagiscono con l'ambiente e con gli individui.
Uno degli obiettivi dell'architettura organica è quello di contribuire a creare un ambiente urbano migliore. Non consideriamo più la facciata di un edificio come un'epidermide, ma piuttosto una componente attiva del clima urbano. Detto questo, nel 2019 Google R&D ha annunciato una collaborazione con l'architetto Doris Sung per creare un rivestimento in grado di sanificare l'aria in una città . In Francia, la startup Cool Roof ha sviluppato una vernice riflettente che riflette il 90% dei raggi solari e contrasta anche l'effetto isola di calore. Inoltre, a Los Angeles, DOSU Studio Architecture ha creato una struttura in grado di autoventilarsi. In ognuno di questi casi, l'IA può intervenire su due livelli distinti. Innanzitutto, nel modo in cui queste soluzioni vengono applicate. Le isole di calore [1] o l'inquinamento atmosferico sono entrambi fenomeni che possono essere modellati e localizzati da questi algoritmi di apprendimento. Queste informazioni potrebbero quindi aiutare a ottimizzare le posizioni in cui queste architetture organiche potrebbero essere collocate al fine di massimizzarne l'efficienza. 
Inoltre, l'IA urbana può aiutare un edificio a "sentire" il suo ambiente e a reagire di conseguenza. Una struttura regolabile [2], che utilizza vernice riflettente o rivestimenti anti-inquinamento, potrebbe essere implementata non appena l’IA prevede la formazione di un’isola di calore o un’elevata concentrazione di monossido di carbonio.
Il Building Raincoat, a Toronto, cambia con il clima. Fonte: Sidewalk Labs

L'architettura organica può essere applicata anche alle infrastrutture [3]. Ad Amsterdam, l'AMS ha collaborato con il MIT Senseable City Lab per Roboat, un progetto di imbarcazioni autonome. Ciò che rende uniche queste imbarcazioni autonome è il fatto che sono multidirezionali e che possono "collegarsi" l'una all'altra. Possono essere assemblate per creare ponti o strutture mobili sull'acqua. Sebbene siano solo in fase di prototipo, queste imbarcazioni autonome aprono un mondo di possibilità. Un ponte o una piattaforma potrebbero essere creati spontaneamente in base alle esigenze degli abitanti. Ciò rende possibile modificare il paesaggio urbano aggiungendo strutture effimere.




L'altro principio fondamentale dell'architettura organica è l'interazione tra l'ambiente costruito e gli individui per, in definitiva, migliorarli:
“L'implicazione più importante dell'integrazione radicale dei sistemi digitali nell'architettura sarà quella di rifocalizzare la tecnologia e l'ambiente costruito sugli esseri umani. Un programma cibernetico vivente in spazi di interazioni dinamiche renderà l'architettura più simile a un'estensione del corpo e dei suoi "strumenti" cyborg che consentono all'ambiente di rispondere. L'architettura aumentata o "vivente" è l'hardware su larga scala che i cyborg fisico-digitali creano, a cui si collegano e con cui interagiscono.” [3]

L'architettura organica è quindi una realtà "ibrida". La nozione di "interfaccia" è al centro di questo ibrido costruttivo uomo-macchina. L'interfaccia fornisce un corpo digitale e materializza i dati. È qui che "l'atomo e il bit" si incontrano.

Nella sua tesi "Interfacing Ambiant Intelligence" , Marius Hartmann ha osservato che le interfacce urbane possono essere utilizzate anche per guidarci all'interno di un edificio (o per strada), per essere avvisati in caso di emergenza o per suscitare il nostro interesse, e persino per ricevere una notifica (chiamata, messaggio, ecc.). Nel caso di Senseable Guide Paris, studenti del MIT hanno creato interfacce per la Gare de Lyon (Parigi). Molte di queste interfacce hanno ripreso le riflessioni di Marius Hartmann:
Fonte: Senseable Guide Paris

L’interfaccia urbana apre anche un mondo di possibilità. Oltre a generare informazioni, un edificio [4], un albero [5] o persino una statua potrebbero “raccontarci le loro storie”. In questo modo, l’intera città diventa un’interfaccia. Non si tratta quindi più di combinare intelligenza e conoscenza nel palmo della nostra mano, ma piuttosto di diffonderle intorno a noi, di uscire e scoprirle.

Gli ultimi decenni ci hanno spinto a disconnetterci dal nostro ambiente per “connetterci con il mondo”. Intrappolati nel mondo degli smartphone, siamo diventati “smombies” [6]. Alcune città hanno persino installato segnali luminosi per proteggere i pedoni e avvisarli dell'avvicinamento di veicoli. 
In questo caso, l'architettura organica non solo ci aiuta a migliorare, ma trasforma il nostro rapporto con l'ambiente costruito e con noi stessi. Ci dà la possibilità di vedere le nostre città e apprezzarne il linguaggio.





[1] : Steven Jige Quand, Florina Dut, Erik Woodworth, Yoshiki Yamagata, Perry Pei-Ju Yang, Mappatura delle zone climatiche locali per la resilienza energetica: un approccio dettagliato e tridimensionale

[2] : Come il Building Raincoat di Toronto e lo Shed di New York

[3] : Carlo Ratti e Matthew Claudel, La città di domani. Sensori, reti, hacker e il futuro della vita urbana

[4] : A Singapore, la mostra “City Hall: If Walls Could Talk” ha offerto un’esperienza immersiva all’interno del Municipio per vedere cosa accadeva nella città-stato.

[5] : Andy Hudson-Smith, Martin de Jode, Leah Lovett, Duncan Hay, Richard Milton, Lucy Fraser, Internet of Things degli alberi-Oggetti controversi tramite protocolli SMS, apre una discussione pratica.

[6] : Combinazione delle parole smartphone e zombie per designare un pedone che tiene gli occhi fissi sullo smartphone e non presta attenzione a ciò che lo circonda


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mercoledì 7 maggio 2025

Mario Galvagni (1928-2020) Architettura Organica Sperimentale come Ecologia della Forma



MARIO GALVAGNI
Architettura organica sperimentale come ecologia della forma (1928-2020)     
          



Mario Galvagni é nato a Milano l’11 Luglio del 1928 . Nel 1942 ha compiuto gli studi di Litografia alla Scuola del Libro dell’ Umanitaria di Milano, dove ha avuto come insegnante Atanasio Soldati. Nel 1946 ha completato gli studi al Liceo Artistico di Brera . Nel 1952, sotto la guida di Carlo Carrà, Aldo Carpi e Vittorio Vittorini consegue il Diploma del corso di Pittura all’Accademia di Brera. Nel 1953 si Laurea in Architettura al Politecnico di Milano.  Dal 1981 è socio della SIF (Società Italiana di Fisica) . A Gallarate (VA)  fonda nel gennaio 1997 il CRAPF CentroRicercheArchitetturaPitturaFisica teorica con il Laboratorio Culturale (il Comitato Scientifico è composto dal direttore M.Galvagni e da G.Abbo, C.Stroppa, R.Barletta, P.Ranzani, L.Marengo ,A.Monti) .  Ha tenuto vari Seminari sulla teoria dell' Ecologia Formale . Ha realizzato diverse opere architettoniche di vario genere e tipologia , applicando in esse i risultati dell'evolversi delle sue ricerche morfogenetiche e sociali .


Partendo dai principi dell'architettura organica e dalle interazioni dinamico-spaziali della poetica futurista , sviluppa attraverso un approccio scientifico una interessante ricerca sperimentale sulle strutture morfologiche dell'architettura , da lui definita : Ecologia della Forma ( GestaltEcology ) . Si tratta di determinare diverse metodologie per evidenziare e interpretare un sistema interattivo di relazionalità sui territori socioestetici .  L’Ecologia Formale, in analogia con l’ecologia biologica (studio delle interazioni tra le forme viventi e il territorio), analizza e ricerca i rapporti e gli scambi di informazione morfologici tra l’uomo e il territorio estetico circostante (stratificazione del lavoro creativo locale nella cultura storica) per estrapolare le componenti progettuali morfologiche dette matrici formali.
Mario Galvagni esprime una creatività architettonica eccezionale che convalida la forza e il valore dello sviluppo dell'Architettura Organica in Italia . Mentre il suo compatriota Paolo Soleri , di pochi anni più anziano , lascia l'Italia dopo l'esperienza con Wright e va nel deserto dell'Arizona a costruire la sua Arcosanti sviluppando la sua ricerca sull'Arcologia (Architettura + Ecologia) , Mario Galvagni realizza in Italia attraverso una poetica del frammento la sua teoria della Ecologia della Forma , trasmettendo a tutti la sua passione di vivere l'avventura dello spazio come luogo di percorrenza di energie estetiche e sociali . 



 
Parco architettonico Torre del Mare



 
Casa Gianoglio 1958
Torre del Mare - Bergeggi, Italia











Casa Terenzio Belloli (1960-64-89)
Vasta residenza della famiglia, è caratterizzata dalla composizione degli elementi formali che provengono dalla mia ricerca di quell’epoca, che consisteva nell’aumentare lo spazio del racconto figurativo mediante un’estensione temporale nella direzione della percettività delle varie componenti plastiche. Infatti la successione dei setti murari accoglie sulla superficie gli eventi delle terrazze, dello studio e del giardino, che assume il significato temporale estensivo, sia che ci si avvicini dalla direzione del giardino, sia che lo si osservi dinamicamente partendo dal fulcro angolare dell’intersezione dei due corpi di fabbrica verso due opposte direzioni spaziali.
 

Architettura a Brusson (AO) (1968-74)










In Val d’Ajas ai piedi del Col di Joux, sorge la Casa Beretta (in seguito Casa Menino, poi suddivisa in miniresidenze) (1968-74) Anche quest'architettura è stata realizzata mediante l’indagine conoscitiva svolta sul terreno della località.
Qui la base di partenza è riferita all’accumolo di lastre di pietra locale, che proviene dall’evoluzione nel tempo dei detriti della montagna, e che viene ad essere accatastato sul terreno dalla comunità locale.
Inoltre il cambiamento dimensionale di scala delle matrici ha imposto un tipo di collegamento ottico-percettivo che segue la linea di pendenza delle alture fino a ricollegarsi ai trovanti di roccia che affiorano dal terreno.
Il risultato è che queste particolarità entrano in interazione con le visuali di chi è sul posto e lo spazio circostante viene ad essere plasmato da un effetto percettivo di carattere estetico.








Complesso Giomein, Valtournenche, Cervinia




            
   Mario Galvagni  
brano tratto dall'introduzione al suo libro Poetica della Complessità .

" ...L'architettura nasce da un'emozione : dall'incontro tra una richiesta della società e il luogo in cui deve sorgere  .
La domanda sociale è da me interpretata in relazione alle contingenze dell'epoca , legate a loro volta interattivamente all'immagine del mondo della scienza . E' rispecchiata nell'intesa e nella complicità stabilita nel rapporto umano : quasi sempre di innamoramento delle idee condivise .
Il luogo è in relazione alla natura antropizzata e alla stratificazione storica delle sue morfologie .  E' interpretato come un percorso percettivo , in cui si entra e che è catturato e impresso nella struttura di curvatura spaziotemporale = energia delle cellule e resta nel nostro patrimonio genetico . La cosa affascinante è che tutto ciò non è necessario rendersene conto perché il corpo sociale nel vivere questa situazione in modo complessivo e totale , lo intuisce , lo percepisce . Motivo ?  Certamente correlato al patrimonio genetico di ognuno di noi .
La relazionalità interattiva  di quell'incontro può essere composta in una libera metodologia a condizione che la forma sia intesa come totalità della connessione tra le componenti morfologiche del corpo sociale ( lingua , dialetti , usi e costumi , comportamenti a tutti i livelli espressivi ) e le componenti morfologiche del territorio locale ( suolo , colture , costruzioni ) .  Con questi significati si può impostare l'indagine e la sperimentazione dell'idea architettonica .
 L'immagine del mondo della scienza di fine novecento viene a reinterpretare la trasformazione della curvatura dello spaziotempo in energia in eventi termalizzati d'urto e postesplosivi che la generano .  E' per questo motivo che le componenti morfologiche del corpo sociale contemporaneo " esplodono e si frammentano " .  Analogamente le componenti morfologiche del territorio si autoframmentano ma trovano la loro coerenza unitaria nella relazionalità interattiva del fenomeno .  Non si può capire l'architettura d'acciaio e vetro dell'ottocento senza relazionarla alla termodinamica .  Non si può comprendere l'architettura del novecento : la rappresentazione dell'unicità della "forma" nello spazio , senza relazionarla alla relatività e alla quantizzazione .  Agli eventi spazio-spazio , spazio-tempo , tempo-spazio e tempo-tempo in relazione alla trasformazione dell'energia in materia e della materia in altra materia ... " .

 


 

 

Fonte :  http://digilander.libero.it/galma/ 



Links di approfondimenti:

Mario Galvagni (1928) Architettura Organica Sperimentale come Ecologia della Forma
Introduzione della Lecture sull'estensione del concetto di Architettura Organica all'Università di Bangkok , di Mario Galvagni
http://digilander.libero.it/galma/ Progetti, opere e pensieri di Mario Galvagni : Web Sito Ufficiale
Mario Galvagni , POETICA DELLA COMPLESSITA' , breviario del fare Architettura , Milano 2002 (e-book in versione pdf) : Prima Parte ; Seconda Parte ; Terza Parte ; Quarta Parte .
Alla ricerca delle matrici formali in Engadina , di Mario Galvagni
La costruzione delle Morfologie Ambientali sulle fasce di Carbuta , di Mario Galvagni
La costruzione delle Morfologie Ambientali a Palu Chapé di Celerina , di Mario Galvagni
Principi di Ecologia della Forma (GestaltEcologia) , di Mario Galvagni
Il Comune di Bergeggi ha presentato il Calendario 2010 con le opere di architettura organica degli anni '50 di Mario Galvagni













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